L’infezione periprotesica rappresenta la complicanza più grave e maggiormente temuta che insorge in seguito all’intervento chirurgico di sostituzione protesica.
Conseguentemente all’incremento del numero di protesi impiantate annualmente e nonostante l’ottimizzazione dei tempi chirurgici, le norme di sterilità osservate in sala operatorie e la profilassi antibiotica peri-operatoria, il numero assoluto di infezioni protesiche è in crescita, con una percentuale che si attesta tra 1.5 e 2% per le protesi di anca e tra 2.5 e 5% per le protesi di ginocchio.
Le infezioni peri-protesiche assumono un ruolo di primaria importanza sulla salute pubblica in termini di giorni di degenza post operatoria ed allettamento, assenza dal lavoro, costi legati alla terapia farmacologica antibiotica e quindi costi economici.
Nonostante si sia ridotta notevolmente l’incidenza di complicanze infettive negli interventi di chirurgia ortopedica nell’ultimo decennio, le infezioni peri-protesiche costituiscono un argomento di estrema attualità ed una sorta di sfida per il Chirurgo Ortopedico e per il Medico Infettivologo, rappresentando una patologia di nicchia, non gestita in tutti i centri di Chirurgia Ortopedica a causa della difficoltà sia nell’inquadramento diagnostico sia nel trattamento Chirurgico Ortopedico.
Esistono molteplici fattori di rischio nell’insorgenza delle infezioni periprotesiche
Generali
· Obesità (BMI > 30)
· Età avanzata
· Artrite reumatoide
· Alcolismo
· Tabagismo
· Malattie neoplastiche
· Immunodeficienze (congenite o acquisite)
· Sesso F
· Stato nutrizionale paziente
· Patologie dismetaboliche (DM)
Locali
· Focolai settici dentari/ urinari/ respiratori
· Ospedalizzazione prolungata
· Ematoma post-op voluminoso
· Pregressi interventi chirurgici stessa sede anatomica
· Durata intervento chirurgico
· Vasculopatia periferica
· Drenaggio > 2 gg
Presso il nostro centro, grazie ad una stretta collaborazione decennale tra equipe di Infettivologi dedicati e Chirurghi Ortopedici (Bone Infection Unit), ci avvaliamo dei più moderni strumenti diagnostici sia sieroematici sia sinoviali (e microbiologici) per un rapido inquadramento del processo infettivo peri-protesico e del conseguente trattamento, farmacologico antibiotico e chirurgico (DAIR – One Stage – Two Stage)
DAIR
Si tratta di un’opzione chirurgica controversa e notevolmente dibattuta in letteratura, con percentuali di guarigione che variano dal 40 al 70%, indicata in casi selezionati di infezione precoce.
Consiste in una bonifica chirurgica del campo operatorio, invio del materiale prelevato ad esame colturale, rimozione delle componenti protesiche mobili (liner, testina) con conservazione delle componenti protesiche osteointegrate e/o cementate. Al termine dell’intervento chirurgico si prevede antibioticoterapia mirata per lunghi periodi.
ONE STAGE
Trattamento di scelta nelle revisioni asettiche
Rappresenta una valida opzione chirurgica in caso di infezione peri-protesica ritardata o cronica in cui sia stato isolato il germe patogeno responsabile del processo infettivo e questo sia sensibile agli antibiotici, il paziente non appartenga a categorie a rischio ed abbia subito soltanto un pregresso intervento chirurgico
In caso di revisione settica, il tasso di guarigione si aggira al 75% secondo i dati disponibili in letteratura
TWO STAGE
Costituisce l’opzione più valida e sicura nei casi di infezione peri-protesica difficile da trattare sia per motivi legati al germe patogeno resistente o difficile da isolare, sia per difficoltà dal punto di vista ricostruttivo a causa di importante perdita ossea e/o mio-cutanea
Il doppio tempo chirurgico rappresenta un’ottima soluzione per bonificare in maniera adeguata il sito infetto, consentendo al paziente di mantenere una buona qualità di vita, grazie ad una protesi provvisoria – spacer articolare – che vicaria la funzione della protesi, e permettendo al chirurgo di pianificare in maniera ottimale il tempo del reimpianto